piùnotemenoparole
Poche parole
Molte più note
Gima ruli bi
du tlecche mofo za lo O
que urinne fiu
Lanto iodreptivuo chiunésvi
hm ha/u
epri opò tofinii
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son contento
di esser nato
(Son contenti di esser nati)
Maramao, morto, è risorto
Davide Gagliolo via Revello12 2482624
Anna Velardi corso Traiano91 748098
Giovanni Cometti Casarotti via Nizza4 347031
Laura Abenante piazza Derna 35 993653
Fornasero via Gioberti 2 5114800
Salvatore Quacquarelli corso Francia 80 645541
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il pesceparla
Nuota
la trota e non cerca lo sguardo
lascia al pavone far la
ruota
lascia il "messaggio" dentro la sua bottiglia
e fa gli occhi di triglia
Dada
che le parole sono pietre
se parla un pesce spada
rete!
sempre più strette sono fatte le maglie
che viene sete
Quando c'è un poeta che s'illumina da solo
che verseggia col vetriolo che si vuole fare asceta
peggio ancora un patriota che maneggia del tritolo
non gli chiedere promesse che poi son sempre le stesse
Non voglio pensare a quanto ce n'è
di mare intorno a me
olio in padella
se ritorno in me
Nega
di respirare coi polmoni
il gretto pesce sega
vince
e fa pescare il pesce Falcemartello
lui resta stare a galla
Guarda
che sta passando una sirena
io la vorrei invitare a
cena
se la lasciassero gli umani che tanto
ne temono anche il canto
Quanti sono i fanti in un mazzo di stridenti
vaghi inutili volubili o peggio inconcludenti
come fossero le razze a cambiare come nuoti
o restassero gli squali con gli stomaci più vuoti
Non voglio pensare a quanto ce n'è
di mare intorno a me
olio in padella
se ritorno in me
|
fole
prima ago di bussola
pensavo a cosa fosse il nord
ma adesso migro con le rondini
o posso stare dove sto
prima ero un giocattolo
che non potevi rompere
ora un barattolo di favole
che non son frottole perché
tu sei la mia Sirenetta
la principessa con la sua scarpetta
la figlia del Corsaro Nero
un Pollicino che cerca il sentiero
prima ero una zattera
che disdegnava l'isola
con questo brutto mio carattere
non meritavo quel che ho
Quanto ero tirannico
a comminare, e anche per me
torture a base di solletico
di solo sforzo atletico
ma tu hai baciato il tuo rospo
e ti accontenti di un rospo più fosco
e resti sopra il tuo pisello
perché convinta che sia proprio bello
tu sei il Babà per i ladroni
sfreghi una lampada e piovono doni
sei come Pippi Calzelunghe
voli in pallone anche senza mutande
con te le mille e una notte
le passerei anche a prenderci a botte
tu sei la Bella Risvegliata
ora Pinocchio ha trovato la Fata
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oriundo
indigeno
Oriundo Indigeno
di una tribù
con niente più
manca l'ossigeno
e l'anima fotografi
Mulatta creola
la dai l'aureola
a Rousseau
Robinson Crusoè
mangia la carne a Venerdì
Nairobi mai rubi l'oro di
‘Ngoro ‘Ngoro
Leopardi Manzoni pascoli
e mungi caucciù
Frank Capra non crepa e i cavoli
poi toccano a me
Strali d'Australia all'autarchico
e autistico re
Bella aborigena
batti il tam tam
di chewing-gum
sei telegenica
fai spot
di carta igienica
sinuosa antilope
problemi d'adipe non hai
il sangue circola
l'infida Europa infibula
Migrante autentico autoctono
planetario
cosmopolita razziato
cosmo pulito
la specie mia sifilitica
casta o sterile
stirpe genia razza egemone
si estingue da sé
indegno indìgente
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lo schiaffo che
ti dà l'Apache
sciaf sciaf sciaf...
Questo è lo schiaffo che ti da l'Apache
sa di tabasco e sopracciglio infranto
ti esplode in faccia la scintilla e il gas
caduto il basco nulla frena il pianto
per lingua morsa ti ammutolirà
che tu sia in ballo o sulla seggiola
ceffone autentico sganassa sventola sconquassa e cade la mandibola
Non è un solitario ma un duetto straordinario
io lo do a te tu lo dai a me
un bello schiaffone uno sciacquone di tensione
in singolar tenzone
Schiaffo morale che ti da l'Apache
le mani in pasta giù dal fiero pasto
che la tua faccia così double-face
la giri apposta a coprir l'occhio pesto
punito il velleitario e l'ordinario
pulito dalle cinque dita e mesto
lo sganassone fuori dal contesto che a calar le braghe ti farà più lesto
Turbinio del ballo ma tu fermati sei bella
io che già so tu che già sei
piovono papagne ma che paiono cuccagne
male non ti fa
sciaf sciaf sciaf...
L'indiano, il metropolitano e il trash,
lo prende a schiaffi e ti si siede accanto
ti sbianca il volto ancora più del dash
ti getta il sasso e non nasconde il vanto
ti blocca l'auto con le sue ganasc
e ti svergogna per quanto sei kitsch
ti fa cadere tutti i tuoi posticci e poi più non ti spacci per ciò che pur
sei
Sciaf!
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d'inedia
D'inedia, più non si muore
d'inedia, anche dovessi legarmi alla
sedia, per fare un po' di
commedia, convinto che lo potrei
di fame, vivere solo di brame
ed allargando le spire e le squame
c'è un cuore d'oro e di rame
che batte forte perché‚
Non si arrende dal castello
che pretende da una stanza
perde sempre sul più bello
non la fede, la costanza
Che non l'hai decisa dalla mattina
che hai perduto a carte o a nascondino
che non puoi stare solo per più di un giorno
ma non vuoi nessuno intorno
Di stenti, al freddo battendo
i denti, ed in balia di bizzose
correnti, commenti troppo
pesanti, se tiri avanti è così
Di sete, e nell'arsura più
dura, in un deserto le ore più
liete, perché con tanta
paura, non sei rimasta laggiù
Chi s'è arreso perché ha vinto
nella quiete, l'orticello
poi ricicla per istinto
spazzatura di metallo
Dentro queste case, nelle famiglie
difese con i cocci delle bottiglie
purché‚ non esca niente fuori ed entri solo
sicurezza presa a nolo
La chiave, che chiude a chiave
il portale, che chiude a chiave champagne
e caviale, dove rinchiuso
un (sgrunf sgrunf) maiale
s'ingozza e ingrassa per te
la stanza, abitata dalla
speranza, di frigo pieno e capiente
credenza, che non ci vuole
una scienza, se le sostanze le hai
Non si arrende dal castello
che pretende da una stanza
perde sempre sul più bello
non la fede, la costanza
Che non l'hai decisa dalla mattina
che hai perduto a carte o a nascondino
che non stai con nessuno per più di un giorno
e solo vuoi qualcuno intorno
|
anticipo
ritardo
Anticipo ritardo
palle da biliardo
parole già logore
Anticipo ritardo
chiudo gli occhi e guardo
labile il pensiero è
Transitività
ti ha ascoltato prima di sentirti
e sapeva già
non capisci che-non-hai-da-dirti
Anticipo ritardo
le forze che disperdo
sperando di non vincere
Il facile traguardo
taglio come un dardo
solo per pentirmene
Transitorietà
è quando ti restano dei soldi
se hai comprato già
sette leghe di stivali nei saldi
Cosa ci fai nella tua nazione
non prendi mai espresso alla stazione
non guardi mai
partite di pallone
Che cosa c'è che ti può aiutare
a scegliere tra cielo terra e mare
a farti stare addosso, a farlo già d' adesso
Anticipo-ritardo
per essere ingordo
o per un ascesi in jet
Anticipo ritardo
temerario codardo
solo sempre quando non dovrei
Transustanzierò
prima che mi possa incidentare
mi anticiperò
piuttosto che il claxon meglio morire
Anticipo ritardo
sempre il primo a sperarlo
ma l'ultimo a sapere che
non esisteva il prima
non esisterà il dopo
il labirinto ed il topo sei
Transitorietà
è quando ti restano dei soldi
se hai comprato già
sette leghe di stivali nei saldi
Cosa ci fai in mezzo agli altri umani
dagli la mano e lavati le mani
la lotteria
è lotto continuo
Ero già qui prima che arrivassi
non ci sarò se mi aspetterai
punto sempre a capo, ma faccio la coda
Anticipo-ritardo
sì che me ne accorgo
ma quando è già tardi ormai
se giovane, balordo
se vecchio, Testa testardo, ma quanto ancora t'indignerai !?
|
al mio cuore
aritmico
Tutte assurde lettere
scrivi se poi
a chi spedirle non ci pensi mai
al mio cuore aritmico
tanta poesia
quella è sempre stata dalla mia
<... Ritornerai a cacciare le lucertole
ma il sole che ti brucia mi scottava già
si toglierà la corrente anche alle lucciole
la sola luce che ho seguito sempre...>
Svendo tutti i titoli
ed i trofei
poi del resto cosa ne farei
se il mio cuore pavido
poco che sia
io non riesco ancora a darlo via
<... Ancora sai di selvatico, di cucciolo
vivi nel bosco "Nonconosco Però So"
ci parli ormai solo con parole sdrucciole
con quella voce che ha taciuto sempre...>
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fantasmi
Mi rincorrono dei fantasmi
più veloci di me, con le catene sul pavimento
stanno alla luce anziché al buio
io gli parlo però, è se rispondono che poi non li sento
Hanno spirito i miei ectoplasmi
si divertono a infilarsi nei vestiti da donna
ed hanno un corpo quasi vero
che ti attira a sé sebbene tu conosca il mistero
ma sono di compagnia, li rimpiangi quando li hai cacciati via
Mi deridono i miei fantasmi
che al contrario di me, si alzano di prima mattina
e li ritrovo al mio risveglio
mi preparano il tè, con un filtro che non trovi in cucina
lenzuola esoteriche, apparizioni, gravidanze isteriche
Mi deludono i miei fantasmi
quando scendono giù e li vedo camminare per terra
o se mi chiedono una tregua
o peggio complicità proprio quando sto giocando alla guerra
Sto rinchiuso tra i miei fantasmi
con i soli che han voglia di entrare dentro questo maniero
passano dalla porta chiusa
e minacciano di diventare carne ed ossa davvero
|
si spegne così
Una stella che cade giù
i desideri che avverati son sprecati
non esprimo più
la meteora cade ma sai
i giorni che hai rubato ai sogni che hai perduto
non li conti mai
Ho fatto già tutto quel
che non c'era da fare
per gioco anche il poco che
si avverato già
E' caduto un sasso per me
bazzecola che ammasso
a baggianate che ho
cercate e meritate
<Il tuo desiderio qual è
puoi dirmelo anche piano
inventarlo piuttosto che io cada invano>
Non so cosa chiedere
non so più dove andare
so solo che solo ormai
non mi basto più
Una luce che scende qui
in un mare di frottole precipita
e si spegne così
|
non ti ho
perso
e farnetico
in asso
vengo addosso
solo avverto
sconcerto
piango
le mie lacrime di fango
Non ti ho perso
son scappato via
prima di sentirti lontana
e adesso
mi riverso
in troppa roba mia
voglio cancellare il mio addio
se non so camminare più
è perché ogni volto
che mi viene incontro,
poi, non sei tu
non ti ho ancora perso
anche se lo so
che sono lontano da te
quanto son lontano da me
son disperso
non vedo e sento più
stanca esser sfiancati di sé
e non riesco a schivare più
tutto il contro che mi viene incontro
incantavi tu
se ti ho perso
scriverò così
che tu sei lontana da me
ma io sono vicino a te
dove siamo adesso?
|
la musica sono
io
La musica sono io
perché son stanco di parlare
e non ripeto ed anzi smetto
mai più il sublime sublimare
La musica sono io
anche Dio ne è contento
Francesco che parlava ai lupi
ma io se parlo li spavento
la musica sono io
e non scusate la modestia
da bestia apro la bocca e latro
niente foglia davanti e niente dietro
io tengo queste note
come si tiene quando si è preso
è atteso, e se apro la cerniera
alzo la cresta e scuoto la criniera
e l'aria sono io
canto la voce e poi canzono tutto
e cambio il brutto in bello e intono il mondo
ch'era squadrato e ho tramutato in tondo
la musica sono io
etutto il resto presto sarà nulla
la culla ha dondolato al pianto mio
il suono che ora scardina cella
la musica sono io
e non mi sento perché sono
e non mi penso perché esisto
fratello suon di Giuda e Cristo
|
congiuntivo
Democrazia:
tecnica per la risoluzione non violenta dei conflitti
La grammatica della musica
è proprio un mago pallido per l'età
che sia che fossi
che sia stato che fossi stato
voglio cedere la mia costola
perché la musa, debole, morirà
Da quanto lo sto sentendo
da un luogo senza Dio
come se finisse tutto
quando sarò morto io
tra l'inferno sotto i piedi
ed il cielo su di noi
c'è la vita fragile
ma rimando sempre a poi
quanta acrobazia dell'autentico
pagliaccio triste e isterico della democrazia
che possa che potessi
che abbia potuto o che lo avessi
Ma spero che resista
il congiuntivo
nonostante ci disgiunga tra noi
per quanto resti al chiuso
rimango vivo
contendo il posto ai santi e agli eroi
Cato Cicero Crusca…
|
friggo l'aria
Sono di passaggio nella vita tua
La lingua mi s'inceppa nel linguaggio
Morsa fugge via
Questo il mio appannaggio cascamorto già
Di certo non ci vuole un gran coraggio
Ma ce ne vorrà
Con te con te con te friggo l'aria per te
Perché non ho pietanza e sostanza perciò
Ti do ti do l'ombrosa ma ambrosia che ho
Semmai se puoi solo se vuoi
Ho ancora voglia di giuggiolare
Sono di passaggio tocca e fuggo via
Ma in quanto affetto da libertinaggio
Che ti fa malia
Tutte sotto vetro le carenze ho
Che guardo avanti e ti accarezzo indietro
Entro ma uscirò
Da me per te giacché friggi l'aria con me
Che se non ho pazienza e quietanza però
Di più di più prometto e ti chiedo di più
Più su più giù di più o mai più
|
ecco che mi
secco
Mi secco
ecco che
stecco
Arido
divento
e smetto
di compiargermi poichè
lacrime evaporo
puro e duro
brucio
con Savonarola
ah!
con Giordano Bruno
oh!
con Giovanna d'Arco
ah!
quattrocinquantuno
Farheneit
son Cecco
foco e
ceppo
strega
non sono
ma orco
Ardo
sacro fuoco
il resto
dura poco
ico-ere-sfittico-clasta
|
ricco illuso
Vorrei tutti ricchi quanto me
che son ricco come e più di un re
Canta, che la formica è stanca
Dorme, non gode il suo raccolto
Quanta, è la terra che ti manca?
Veglia, che i sogni miei racconto
Resta, qui tutti i giorni è festa
Conta, di viver su una pianta
Basta, montarsi un po' la testa
Mento, non poco m'accontenta
Sono un ricco illuso giro come un fuso
che vuol non filare
Sono nato nudo perché la camicia
non la so stirare
Sono un ricco illuso vivo in paradiso
tra morte ed amore
Sono ricco e illuso senza essere colluso
col mercato pop
Sento, ma ad ascoltare stento
sei lento, e non parli che al presente
pianto, di conto e di lamento
vanto, il mio possesso, niente
Vento, mulino e Sancho e Panza
censo, polistirolo espanso
Penso, Chisciotte senza mancia
Son Spesso, che me ne vado a spasso
Sono un ricco illuso giro come un fuso
che vuol non filare
Sono nato nudo perché la camicia
non la so stirare
sono un ricco illuso anche se contuso
ed allo spasimo
Non bastono il mulo, o carico il somaro come un asino
Sono un ricco illuso ciuccio
dai miei giorni
Tutto il nettare
Non ti risparmiare se tu vuoi succhiare
fino al polline
Chi mi vuol rinchiuso chi mi vuole appeso
non rimprovero
Sono un ricco illuso sempre vilipeso
da chi è povero
Lo vuoi, il mio mercimonio che nessun crollo in borsa
può intaccare mai
Ce l'hai, il mio patrimonio tu che con parsimonia
custodisci i tuoi
|
quel che
voglio (o sbaglio?)/quello che desidero poi quando ce l'ho
Ferve l'immaginazione
che serve però
se ti penso già ti trovo:
mi preparo un po'
Quel che voglio sei tu
tutto il resto non conta più
di pensare a me stesso
non ne posso più adesso
Son deciso perchè
basta solo che sia con te
questa volta non sbaglio
quel che voglio sei tu
Nell'incontro di ogni giorno
ti fermo il tran tran
chiedi cosa faccio: scrivo
e vivo, nonchalant
Quel che voglio lo sai
che tu sia il primo tra i miei guai
a valere da solo
tutto il vino che scolo
Sono certo tu sia
quella che mi si porta via
ti sonnambulo sveglio
dove voglio vai tu
Né tra un giorno né tra un anno
me ne pentirei
beh, ne sono quasi certo
come tu lo sei
Ieri non avevo te
ma tu eri il mio sogno più bello
oggi che tu sei con me
non mi resta nemmeno più quello
tutto ciò che luccica voglio possedere
certo i tuoi occhi brillavano ieri
ma oggi non splendono più, perché
Ieri che pensavo a te
non riuscivo a dormire e a mangiare
oggi forse mangerò
ma che fingere sarà cantare
quello che desidero poi quando ce l'ho è
come i tuoi occhi che mai ho guardato
e che certo non vedrò più
come i tuoi occhi che non ho mai visto
ma che certo non vedrò più
|
la guerra è
già finita
Ritornano dal fronte felici per noi
La guerra è già finita cantiamo gli eroi
E se hanno combattuto l'han fatto proprio per me
per far sapere a tutti il giusto cos'è
Se ne faremo un'altra in prima linea sarò
Per non avere dubbi su quello che ho
Difenderò il mio culto sfrenato di me
Il nostro mondo piatto il solo che c'è
La guerra è già finita però non la mia
Che povero combatto la ricca mia apatia
|
Franza o
Spagna purché se magna
Al soldo di chi sia
Prima col re
Poscia col prè
Sia Franza o Spagna purché se magna
Bene e tanto
Profano in sacrestia
Perso per te
Penso per me
Paga la mossa delle tue ossa ohiné
Non perder l'occasion
D'esser gentil
Con il lenon
Son prostituto mai ravveduto al fin
|
feto felix
(Solo versi/acci…)
|
Arti lettere
onor tutto è stoltezza
In quest'età dell'indorato sterco
Che il subitaneo lucro unico apprezza
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exit poll
22/3/94'
ovvero la sconfortante scarsità di tronche per l'italico autor
Più giù l'Exit Poll
non c'è qui pro quo
laggiù gioventù
bla bla libertà
Da qui me ne andrò però
benché‚ vieppiù lacchè‚
così kappao casqué‚ sofà parquet felicità, mai
fai da te vin brul‚ più ragù
lunedì tribù ammazzacaffè
società velocità robot metro checché città
3x2 di pancarrè finché‚ dossier bidè a gogò
nel mare cuore amore fiore
cambierà, altroché‚ cachet su e giù con Goering Pinochet
Qui chi si mi boh più blu perché‚ cioè ci manchi tu
se non che velocità non tornerà la
libertà
Sole
ora dì giacché‚ purché‚ sarà purè o
serietà
solo
già però Toto così et Ninì
Tirabusciò
non volo
tu tu tu tu blu blu blu
blu
me lo canto
no no no no ma ma
m'ama
me lo suono …etc…
|
Conglobo o mondo?
Particolare
Dal profondo del mio Es
Faccio
appello assente al lessico
del pensante
mio, già un classico
d’occidente versus est?
Universale
Manifesta e
spasima
un pretesto
verosimile
nel contesto
e col consimile
l’animo con
l’anima
Particolare
- Universale - Particolare - Universale
Con globo,
conglòbo o mondo?
Mi domando e
mi rispondo
di / a da / in
con su / per tra / fra
l’altro da
me
l’altro da
me c’è ma…
faccia:
entrare tutta la bellezza
faccia:
uscire tanta la schifezza
non ti vedo
perché ti ho di fronte
sguardo
squarcio solo l’orizzonte
ih,
iiiidrofo! non xenofo
scoh,
oooostante, non bastante
pure il
mondo lo difendo
in disparte
lo confesso
quello che
mi serve prendo
se non parte
del consesso
Con globo,
conglòbo o mondo?
Mi domando e
mi rispondo
di / a da /
in con su / per tra / fra
l’altro da
me
l’altro da
me c’è mah?
fame, quanta fame che ho di mondo
fama, non mi
chiama, non rispondo
appetito,
segue evacuazione
ad ogni tuo
gesto fa attenzione
eh,
eeeegotista, rigorista
di- istante,
ma presente
pure il
mondo lo difendo (paura di morire-paura da morire)
in disparte
lo confesso
quello che
mi serve prendo
solo fuori,
sempre fuori dal consenso
popò-polare
|
sono atteso in
paradiso
Mi han chiamato all'improvviso
Oh! Oh!
Sono atteso in paradiso
Sì! Sì!
L'arte di saper morire
La mia fine cellulare
Programmata naturale
Non la riesco a concepire
Il mio slancio equilibrista
Tende un filo tra le cose
L'ombelico tiene l'asta
Se non guarda giù
Batte le ali scuote il cielo
Squarcia il velo l'angelo che è in volo
Fossi il primo che l'avvista
O l'ultimo della lista
Fosse l'ira sua funesta
O la mensa mia d'arpia
Come l'acqua cade in terra
E poi risale su dal mare
La tua apparizione appare e non se ne va più
Mi ha sorriso mi ha preteso
Anche se sono indeciso vado
Mi han chiamato all'improvviso
Oh! Oh!
Sono atteso in paradiso
Sì! Sì!
Si tramuta l'acqua in vino
E non è una circostanza
Non ci credo nel destino
Nel fato nel caso mai
E' finito il mio confino
Nella terra di nessuno
Mi alzo come un palloncino
Sopra il luna park
Mille le tue meraviglie
Giochi la tua sorte a biglie e vinci
Non mi tolgo dalla testa
non mi faccio dire basta
Petto in fuori e lancia in resta
Cherubino o putto mio
L'arte di saper morire
Parte dal saper cambiare
E l'angelo sterminatore se ne è andato via
L'angelo ribelle cade dalle scale ma non si fa male
Sono atteso in paradiso: qui!
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lo stilita
mmm...
Era una mela di Eva
giuri ultimo dei puri
Narciso e stagno
specchio rotto e chiuso in bagno
lo stilita che ti saluta la riverenza la penitenza
scende l'ascesi dalla colonna infame e passeggia la differenza
Restare in silenzio ha senso?
O è istinto di conversazione?
Dissento in tanto
è rimorso od è rimpianto
l'orsa va in letargo e le vaghe stelle dell'orso che si fan largo
resto coi piedi a bagno nel Gange ma con le mani intasco le mance
mmm...
nel deserto rosso le tentazioni che delusioni a pagarle
sono scorbuto sono eremita sono isolato e di sfuggita
se trasmetto non connetto neanche a letto
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sono sincero
Sono sincero
parlo con gli altri
racconto chi sono
e ci credo davvero
e se mi azzardo
parlo anche da solo
invento comunque
ma non da bugiardo
Le storie da ripetere allo specchio sono ormai
solo quelle contro i filistei
di bambole dalle guance pallide
e di fughe nelle altre città
Sono sincero e non bugiardo
finché non mi ascolto
finché non mi guardo
Sono sincero
dico il mio nome
suonando campane
battendo il tamburo
dici sul serio
che ti confondo
girando più in fretta
del sangue del mondo
Le storie dette e scritte a quel furetto che non sei
son promesse fatte ai farisei
alle bambole che per occhi han mandorle
snocciolate di loquacità
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