-Magari le storie dei pesci se le tengon per loro, se le raccontano sott'acqua tutti soddisfatti...
-Sarà, ma ricordati che chi ha il gusto di raccontare cerca sempre di meravigliare chi lo ascolta, e qual meraviglia più grande per noi abitanti del mondo asciutto e ventoso, che sentir parlare di abissi marini e città di corallo, e delle misteriose creature che li popolano?
- Forse c'è una legge, qualcosa che gli vieta di rivelare agli uomini i segreti del mare
- Forse, ma questo confermerebbe la mia idea: che la tristezza delle loro storie nasca da una limitazione. Pensa: come se quando sei con una donna le dovessi parlare soltanto di orecchini e di ricami, e grugnire quando sei in mezzo ai porci (...) Fra te e i porci non ci sarà mai possibilità di comunicazione, perché se ti metti a parlare di te nella nostra lingua non capiscono; se grugnisci capiscono, ma cosa capiscono? bene che ti vada ti prenderanno per uno dei loro, senza sospettare la tua natura...
Michele Mari «La stiva e l'abisso» Einaudi 2002 pag 147-8