(Marte Costa già Orso Marco Testa)

Solitari esercizi di canzonetta
Introduzione/Prefazione/Mano avanti/Mano dietro/Confido in te, oh mio

Brevissime note biografiche

Un sito "Interattivo"

Nota alle note {nel voluto doppio senso}
Parlo e ascolto molte parole. Le parole sono belle, brillano e risuonano, ed io ne uso e ne abuso, ma cosa non farei per una nota, una sola... si parte quindi con

Piùnotemenoparole 0:20 (1997, a cappella) Breve saluto iniziale, introduzione armonicamente impervia, voce a cappella sovraincisa per sei. Programmatica dichiarazione d'intenti nonché il sogno di sempre: una lingua di suoni puri, non ammorbata da significato per significante, lingua mutevole e cangiante fatta solo per cantare, pre-linguaggio, qui inventato. Insofferenza verso il proliferare di ripetitive strofe, ossessivi ritornelli, smisurati annacquamenti di una blanda idea compositiva per raggiungere l'incomprensibile tempo standard della canzonetta che tutti ed anche me diletta. E'quindi questo il primo di tanti "micropezzi": se ti piace è un cioccolatino che si scioglie subito in bocca e te ne fa subito desiderare un altro, e se no, finisce subito, e non ti annoia oltre  Versi

Il pesce Parla 4:55 (1992, drums, congashammond org, ten sax , tpet, tbone, el gt, bass) è un dialogo tra pesci* post-post dadaisti. E' funkeggiante, con qualcosa di latino, un Intro che nasce come scat (quando lo scrissi pochissimo frequentato all'infuori del jazz), improvvisato, e diviene poi una parte corale (si fa per dire, considerato che sono tutte mie voci) ed un solo centrale di hammond e voce insieme di impronta tipicamente jazzistica. Questo brano (ma quasi tutti in fondo) si sforza di avere una sua immediatezza, ma di non essere per questo scontato. E' buffo l'aver poi tristemente constatato quanto il minimo livello del "facile" fosse diverso per me e per, purtroppo, troppi altri Versi      *notoriamente considerati muti

Lo stilita 3:55 (1997, timpani, koto, piano, bass, violin, viola, cello, perc. ) Il merito della pagana preghiera è tutto del canto a bocca chiusa. Sarebbe tanto più semplice un'ascesi a buon mercato, e non ne sono nemmeno capace.. Lordami oh mondo! Da solo non mi basto. Più prosaico: il perenne anelito di purezza (senza durezza), da raggiungersi grazie, anziché nonostante, la schifezza. Versi

Fole 2:51 (1993, piano, contrab, string orchestra, drums) Canzone d'amore, scritta da uno che non se ne intendeva per niente. Ho dovuto favoleggiare tutte altre favole, e continuo a non intendermene. Scomodato il pizzicato di un intera orchestra immaginaria e lacrimato e lacrimato, per registrarla Versi

Conglobo o mondo? (5:30 2001, con Laura Vertamy al violoncello) Marte Costa agorafobico ed a-sloganico all’epocale manifestazione di Genova G8. Tempi dispari, tempi impari. Dura già più del solito, ascoltare ascoltare, ascoltare Versi

Anticipo ritardo 2:40 (1993, vibes, organ,drums, congas, contrab) Il tempo in cinque ed il mio avere avuto sempre un quarto, di troppo.   Versi

Fantasmi 4:55 (1984, drums, perc., bass, rhodes, el.gt, brass sect.) Pulsare vagamente "acid-jazz" quando ancora del tutto imprevedibile (84'). Visioni e polluzioni notturne. L'ondivaga riscoperta del wha-wha Versi

Franza o Spagna purché se magna 0:56 (1999) L’onesta professione della prostituzione, del prostituto del pensiero, il comico malinconico kletzmer del suonatore da matrimoni e battesimi
Versi

Lo schiaffo che ti dà l'Apache 1:53 (1997, accordion, Contrab, drums) Canzoncina ispirata alla famosa danza da bassofondo parigino in cui un lui, basco, baffetti e maglia a righe (l'Apache) e una lei, sofferta bruna quasi zingara, lunga gonna, amoreggiano a suon di ceffoni, inesorabilmente a tempo. Loro. Finale fanta sociale, perché tutto è politico, tutto è poli. Per chi mi obietterà il poco o il troppo impegno. Ma anche: Tom e Jerry in un piroettante cartone animato, ed un paio delle innumerevoli cose che non sopporto che mi prendo la libertà di sbeffeggiare. Poi qualche parola giusto perché suonava bene, pratica usuale. Ed il solito vizio del presunto artista, sublimare, orrenda parolaccia il cui significato è: diventa bello perché l'ho deciso, e scusate se non sono (ancora) Dio. Versi

d'Inedia 4:29 (1991, drums, flute, classic gt, latin perc.,contrab, latin org) E' ovviamente l'inedia dello spirito, la più mortale. L'arrangiamento ricorda un po' la colonna sonora di un Pinocchio televisivo che vidi da bambino. Certo Puccini ha fatto incommensurabilmente di meglio, ma era prima delle Avanguardie storiche, di Bukowski, del talk show. Il testo però allittera e suona, molto tardo (romantico?), blandamente riscattato dalla tanto blandita autoironia autentica ed autoironia fasulla insieme. La melodia è venuta, così, più Musetta che Mimì Versi

Si spegne così 4:21 (1987 drums, contrb, bandoneon, piano, strings, classic gt) La prova scritta di un saggio finale di armonia e l'incontro con Piazzolla. Ma come al solito l'italico me-lo-dir prevale, e Astor nel ciel, perdonami, ma le progressioni mi annoiavano. Versi

Feto felix 2:00 (1996, drums, bongos, congas, bass, rhodes, tpet, tbone, ten sax, alto sax) L'orgasmo di un feto con sigla di un poliziesco del ‘71.  Versi

Oriundo indigeno 1:32 (1996, piano, rhodes, bass, drums, perc.) Come siamo brutti, come siamo pallidi, come siamo flaccidi, come siamo sterili. Se proprio non vogliamo estinguerci abbiamo almeno il buon gusto di imbastardirci un po'. 
Ci sono cascato anch'io: questo è il mio politically correct: viva la società multirazziale, ché il mio codice genetico mi pare sia tra i più indegni d'essere tramandato. Versi

Non ti ho perso 4:22 (1989-1997 sitar, rhodes, perc, gt, fret bass) Cominciata con gran facilità, quando ancora non veramente perso, perché ancora non avevo niente da perdere. Terminata di recente con ulteriore facilità, dopo aver perso tutto. Ancora l'osceno, umano sublimàr, ed il sitàr, finto e perciò drammaticamente intonato.  Versi

Sono sincero 3:12 (1990 etno perc., flute, contrab, accordion, gt, tbone) Composta camminando nevrastenico per strada a tempo di tarantella, nel senso etimologico di come punto da una tarantola. E' un pezzo minore, senza che peraltro ce ne siano di maggiori. La data è quella ufficiale, di deposito. Poi le cose vanno e vengono ed altri e meglio si sono cimentati. Sono stato copiatissimo da poveri illustri che neanche sapevano di copiarmi. Come volergliene? Versi   Brano che apre ora il secondo atto del Pascal musical

Senza non so 2.03 (1995 a cappella, piano) In origine scritto per quartetto vocale, ma poi la mia solita mania di fare tutto da solo e incapacità di fare niente con gli altri… La voce acuta, solo controtenorile anziché come dovrebbe, di evirato, si libra piuttosto poco, ancorata com'è a capricciosi testicoli. I versi, da teatrino, delle marionette. Versi

Al mio cuore Aritmico 3.38 (1988 kalimba, reed organ, classic gt, drums, latin perc, contrab) Cantilena tardo adolescenziale: il soffio sistolico ce l'ho sul serio, ma non mi è valso neppure l'essere riformato. E' poco meno che uno spiffero da sotto una porta. Chiusa. …In atmosfera milongheggiante tanto blandita dal cantautorato innamorato di jazz: ma con qualche melodica molecola d'aria. Perché tutti i Nostri Migliori si rifiutano di respirare?  Versi

Congiuntivo 4:32 (1993, brass sect. Bass, el.gt, rhodes piano) Un pezzo spigoloso scritto in morte del modo del desiderio, dell'esortazione, della possibilità, della concessione, dell'ipotesi, del dubbio. Non mera questione di grammatica  Versi

La musica sono io 3:18 (1997, a cappella sconsacrata) Improvvisazione melodico/vocale su testo immodesto. Coup de théâtre: proprio per il brano della transunstaziazione il testo viene prima, come mai prima. Versi

Exit poll, ovvero la sconfortante scarsità di tronche per l'italico autor 3:37(22.3.1994 etno perc., basson, cello, accordion, bass, gt) All'indomani dell'inevitabile responso elettorale medito la fuga per il Soviet dei Poeti, la Repubblica dei Platoni, la Grande Civiltà del Baratto. Ma la metrica mi frena, e mi manca la balalaika. A chi mi ricorderà di aver dimenticato Stalin rispondo che ha ragione, che già solo i baffoni spessi mi fanno senso. Aboliamo il suffragio universale! Versi  Brano ora della fuga di Mattia nel Pascal musical

Ecco che mi secco 1.17 (1996, piano, marimba, drums, pizzicato strings)  Un eretico brucia sul rogo. Crepito e scoppietto ma perlomeno non sibilo come legna verde per fine immeritata che non merito e vorrei meritare per miei meriti. In uno dei consueti deliri solipsistici m'immagino condannato al rogo, assurgere al nobilissimo rango di eretico. Nessuno se ne darebbe pena nella realtà, e così il fuoco me lo appicco da solo. Versi

Quel che voglio (o sbaglio?)/Quello che desidero poi quando ce l'ho 5:35(1988-89 1]accordion; 2] organ, bass clarinet, vibes, perc, classic gt) Due brani inevitabilmente collegati dal valzerino-accordeon-chansonnier e dall'essere al contempo uno immediata negazione dell'altro. Chi non ha mai detto o pensato uno dei due titoli od entrambi... Vi voglio un po' di bene, non sono del tutto snobonanista ?! Versi

Son contento d'esser nato1.20 (1997, latin perc.) Nomi e recapiti di ipotetici (e soprattutto ignari, ma mi piace pensare che il solo fatto di avere inserito i loro nomi li renda già di per sé felici) inguaribili ottimisti par mio sono liberamente tratti dalla guida telefonica. In barba ad ogni tutela della privacy ed all'ambigua etimologia del privato, del privare, del privarsi, del privilegio, spero nessuno mi quereli per averlo annoverato tra i contenti Versi

Friggo l'aria (1998) Da sempre incapace di ricordare numeri a memoria, di contare perché da subito rapito dal cantare, sono solito tradurre in intervalli e quindi frasi musicali i numeri telefonici di Muse e Concubine. La prima battuta del pezzo nasce così, il resto è la musica galante che ho scritto come se fossi in grado di rincorrere più a lungo barocche sottane. L'elogio di Casanova da parte di Don Giovanni: farle tutte felici anziché limitarsi (!) a sedurle tutte. Versi   [Brano che chiude il cd Chansonnier trio di Marco Testa MPG Belgium 2000]

Arti Lettere Onor 0.18 (1996, string quartet) Suggello musicando Alfieri, sperando che suoni oltre che inevitabile piagnisteo, sprone. Nonostante il quartetto d'archi tristemente finto, come tutti gli altri suoni. Perché non ho i soldi, perché gli umani sono faticosi, per dire so far tutto da solo e modestamente aggiungere, quasi. 
Dalla colonna sonora del falso documentario [il solo documentario possibile] Abbiamo chiesto: Che differenza c'è tra Mondrian ed una tovaglia? di OrsoMarcoTestaCineasta 
Versi

La guerra è già finita 4:11 (1991, nell'immediato dopoguerra della Santa Prima del Golfo, piano, bass, drums, hammond) Le guerre chirurgiche durano troppo poco, infinitamente meno della spazio della coscienza. Indeciso fino all'ultimo se cantare o demandare al solo piano il tema centrale. E già un'altra e un'altra ancora Versi

Sono atteso in paradiso 3:24 (1998) Inguaribile ottimista, lirico liricista, divenuto il brano conclusivo del Pascal musical  Versi

Ricco illuso 4:38 (1983/93)
Versi

Orso Liriche:tutti i testi

Postfazione

Coda

Tutti i brani sono depositati Siae (1984 –2000)

 

Marco Testa: Jazz Vocalist & Chansonnier