Il Music-All Per non confondere libertà con comodità.

Fahrenheit 451 = Celsius 232: breve riassunto  In una ipotetica società del prossimo futuro, leggere un libro -qualsiasi libro- é considerato un delitto gravissimo, tanto che i vigili del fuoco, corpo acui appartiene il protagonista Guy Montag, hanno il compito istituzionale di bruciare tutti i libri ancora esistenti, mentre i cittadini passano il tempo davanti a gigantesche pareti televisive, bene appagati nei bisogni materiali e sollevati dall’inquietudine e dal dubbio che li attanaglierebbe invece nel libero pensiero. La moglie Mildred vive con una specie di auricolare e passa le giornate tra le pareti del soggiorno, una sorta di TV interattiva con la quale parlare e incontrare persone che lei chiama addirittura "la mia famiglia", mentre si imbottisce di fiale soporifere per poter dormire. Montag incontra spesso una leggiadra ragazza sua vicina, Clarisse diversa da tutti e per questo considerata pazza, che gli racconta di un passato in cui leggere e scrivere non era reato e di come creare parole sia molto meglio che distruggerle. L’atteggiamento, lo sguardo, la vitalità della ragazza lo affascinano, ma la ragazza misteriosamente scompare, con tutta la sua famiglia “alternativa”. Durante una delle missioni incendiare, una donna arde viva per difendere i suoi libri.  Montag incuriosito e colpito raccoglie e nasconde dapprima con cura alcuni libri, ma poi provocatoriamente si espone alle querule amiche della moglie, li mostra, li legge, suscitando unanime deploro, e spavento per il tabù infranto. Chiede lumi ed aiuto all’ormai disilluso professor Faber, intanto però il suo turbamento non passa inosservato, soprattutto al suo lucido superiore, il capitano Beatty, che Montag è costretto ad uccidere quando, scoperto e denunciato dalla moglie, vine da questi portato a bruciare la sua stessa casa. Dopo una fuga concitata, riuscirà a sfuggire al micidiale segugio meccanico ma la diretta TV dell'inseguimento necessita comunque di un successo, e viene quindi scientemente ucciso al suo posto un ignaro passante. Incontra infine un gruppo di uomini guidati da Granger che vivono nascosti sulla riva del fiume. Sono gli uomini-libro, vivono ai margini della società, ed ognuno di loro ricorda a memoria un testo, e si assume il compito di tramandare la conoscenza fino a che la società non sarà pronta per uscire dal nuovo Medioevo. All’improvviso la sua città viene incenerita da un bombardamento nucleare rapidissimo e violento: è la fine improvvisa di quella “civiltà”, <la guerra inizio e terminò in un istante>, ma anche il momento di ricominciare da capo.

Attualità e modernità del racconto  Con grande valore etico, Bradbury ci ammonisce sui pericoli di una società massificante, che segue un concetto semplicistico e aberrante di uguaglianza: nessuno deve eccellere, nessuno deve diversificarsi dagli altri. Dove si usa la televisione per sopire le coscienze, livellare le intelligenze, travisare la realtà, e si bruciano i libri perché sede di idee individuali, opinioni e sentimenti personali,  perciò fonte di discussioni e diverbi. I libri rappresentano qui l’ultimo veicolo per il pensiero indipendente, mentre quello di Fahrenheit 451 è un mondo di persuasione di massa, superficialità, frivolezze e rumore di sottofondo infinito. Il controllo delle persone, delle loro abitudini, del loro vivere, del loro lavoro, della giustizia, del potere di informazione è un pericolo anche nelle nostre democrazie. Il potere dei media, che indirizzano consumi, costumi, mode, pensieri non è lontano dalle descrizioni di Bradbury. e nel lontano 1953, tutto questo è già palese.  Le capacità di pensiero, di scelta, sono sempre più limitate: non si ricorda più, non si protesta perché inconsapevoli, non si ha più coscienza perché distratti, persi nel trito quotidiano. La peggiore e più efficace censura possibile, quella inappellabile del disinteresse. Altro tema importante è quello del ricordo,  vitale ricordo che troppo spesso si perde nelle generazioni anziché ad evitare il ripetersi di orrori passati in futuro. Ma alla fine, è l’idea di rinascita, della ricostruzione, di una nuova vita che dà al libro, ed allo spettacolo, uno slancio, un finale di speranza e di voglia di ricominciare, l'orgoglio e il desiderio di essere, o saper diventare «gli strambi che gridano nel deserto».

Ray Bradbury, ipse dixit!

È vero che non vuole essere più definito uno scrittore di fantascienza? Sì, ho scritto solo una storia di fantascienza, Fahrenheit 451. Le altre sono fantasy. La fantascienza è la scienza del possibile, io invece scrivo l'impossibile.  [...] A cinque anni simpatizzavo per Quasimodo, non perché fossi un bambino brutto, ma la grottesca agonia di qualcuno il cui amore non è contraccambiato e mendica riconoscenza in modo così esagerato mi ha segnato per sempre.

Ha qualche altre auto-definizione? Sono uno scrittore di mitologie e un raccoglitore di metafore.

Fahrenheit 451 è ancora un libro attuale? In molti modi. E non solo per quelli legati alla politica, alle dittature che ancora nel mondo pensano di poter controllare il pensiero umano, decidendo cosa i cittadini possono leggere e cosa no. Basta guardare quello che è accaduto negli Stati Uniti: qui i libri non li brucia nessuno, la censura non esiste, abbiamo la libertà di scrivere e di leggere tutto quello che vogliamo, ma allo stesso tempo non è esattamente così perché negli ultimi decenni il nostro sistema educativo è stato distrutto, le generazioni più giovani non sanno cosa voglia dire leggere o scrivere. Non volevamo farlo ma stiamo facendo diventare la società americana come quella di Fahrenheit 451, una società nella quale per essere davvero liberi dovremmo imparare a leggere e scrivere di nuovo.

Se lei fosse Montag che libro sceglierebbe da memorizzare? Penso che memorizzerei le opere di George Bernard Shaw, anche se credo siano più di duemila pagine. E' il mio autore preferito, era un uomo straordinario, con opinioni differenti su tutto e su tutti, ogni sua opera è ricca e affascinante. E mi ha insegnato a scrivere senza perdere mai il senso dell'umorismo.

Perché i libri fanno così paura? Perché il pensiero libero fa paura e perché c'è sempre chi vuole decidere per qualcun altro cosa è bene e cosa no. Nel mio libro la censura nasce dal desiderio del governo di rendere la gente felice, il capo dei pompieri, Beatty, spiega a Montag che bruciano i libri perché i contenuti di alcuni di essi offendono le minoranze, perché altri causano infelicità. E l'uso del termine "minoranze" non è legato ai temi razziali, ma a tutti. Ognuno di noi è parte di qualche minoranza, per gusti, passioni, professione, o interesse, quindi ognuno di noi può essere "offeso" dal contenuto di un libro. Non crede che sia un tema ancora attuale?.

Nel libro, cinquant'anni fa, dipingeva una società dello spettacolo e un sistema dell'informazione che sembra quello che abbiamo oggi... Si, spettacolo fatto apposta per non far pensare la gente e informazioni costruite in modo che la gente creda di pensare. Ma non ho nessuna soddisfazione nel vedere realizzate delle invenzioni così terribili.
 

È più contento di avere una stella col suo nome nell'Hollywood boulevard o un cratere sulla Luna chiamato Dandelion da un suo racconto? Lei preferirebbe guardarsi le scarpe o alzare gli occhi verso il cielo? Sono diventato uno scrittore per trovare una maniera di andare nello spazio.

 Se potesse abolire una invenzione del Ventesimo secolo? L'automobile. Crea 50 mila cadaveri l'anno. Mai guidato.

Un sogno nel cassetto? Un'opera di fantascienza. Mi serve il fantasma di Puccini. Quando ascolto Tosca, piango come un bimbo.

Che Bradbury sia un accanito ottimista? Preferisco parlare di attitudine ottimale. Se siete al colmo delle vostre passioni, ogni giorno della vostra vita, allora sarete felici. [...] Quindi mentre la nostra arte non può, come vorremmo potesse, liberarci dalle guerre, dalle privazioni, dall’invidia, dall’avidità, dalla vecchiaia o dalla morte, ci può rivitalizzare nel mezzo di tutto questo

 

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