I Musicàl Spettacól
Scritti diretti ed interpretati da Marte Costa ambiscono ad assolvere l’ineluttabile compito di ogni autore: creare uno stile. Partono dall’appassionato stralunato pretesto narrativo di solidi classici della letteratura (anziché le consuete vicenduole di poco costrutto di tanti musical) e con composizioni e liriche inedite, per un ricercar cantando di una lettura autorale doverosamente originale e non ascrivibile a nessun “genere”, hanno solo disparati variegati riferimenti, dalla grande tradizione dell’operà comique alla commedia musicale italiana, suoni e tempi che riecheggiano colonne sonore (Nino Rota?), musiche per il teatro italiano (Fiorenzo Carpi?) echi di canzonette da vaudeville e varietà (Macario? Rascel? Nino Taranto? Paolo Poli?)
Non mancano arditi ambiziosi riferimenti alle avanguardie ed alla musica per il teatro del novecento europeo (Stravinskij, Prokofiev, Satie?) pur senza rinunciare ad una divertita apparente immediatezza dell’esecuzione. Arrangiamenti e vena compositiva incurante del pop radiofonico, e non ascrivibile al classico stile musical-Webber, ma struggendosi lirico si dà delle vere e proprie arie, oltre ad un passionale tocco “latino” nella scelta di tempi ternari di valzer, habanera, tango, bolero, zoppicanti cha cha cha e italianissime tarantelle rossiniane, poi tempi dispari, irregolari marcette, passerelle a singhiozzo da avanspettacolo, ritmi spezzati o giocosamente sincopati su trame e armonie jazzistiche.
È ricerca di colori e timbri sia nella recitazione, antinaturalistica ed espressionista, surreale, sia nell’aspetto melodico-vocale dei brani, con temi impreziositi dall’emanciparsi di dissonanze e, mai gratuiti, virtuosismi, parti a cappella e stravaganti armonizzazioni a più voci.
Versi dei brani che parlano di tutto il serio con il massimo del faceto possibile e viceversa, velocissimamente scoppiettanti o distesi su lunghe note, mai banalmente descrittivi, articolati su giochi sintattici e fonetici o invenzioni linguistiche, spesso con un lessico inusitato nella forma della canzone, e talvolta spiazzante, lambiccato o ludicamente ampolloso.
I personaggi sono caratterizzati a sapide pennellate, poiché gli spettacoli si snodano attraverso i soli passaggi salienti, con rutilante alternarsi di tempi e guizzi surreali, evitando farraginose didascalie, recitativi, o prolisse ripetitive introduzioni. Spettacoli per quadri aforismatici, sintetici e pregnanti, serrati in un ritmo incalzante, vorticosamente alternandosi tra brani talvolta di pochi secondi, lasciando poi magari più spazio alle arie ed ai concertati dei personaggi, alla rappresentazione del piano emotivo e metaforico della narrazione. Ma sempre in spettacoli relativamente brevi, evitando lungaggini auto-compiaciute, con sintetiche pregne parti recitate-letterarie… a prova di tristo telecomandodipendente!
I movimenti coreografici, essenziali, sono schizzati con tratti scarni e geometrici, con paradosso di gesto (filippotommaso) marionettistico, ma anche con improvvisi slanci, e fanno da contrappunto al recitar cantando, non sono mai solo decorativi.
La scena quasi sempre nuda, i costumi inventati con un nonnulla, e gli oggetti sempre utilizzati con ironica enfasi, recuperati in cantine solai e cassonetti (necessità, solo qui con l'accento sulla à, virtù...), o a volte forme tagliate nel cartone grezzo (i cartoni anima- tu), il canto tutto dal vivo e senza l’ausilio di microfoni, i paradossi di un umorismo provocatorio, ma anche sociale e polisemanticamente politico, avvicinano gli spettacoli più che al musical, forse al cabaret tedesco alla Kurt Weill dell’Opera da tre soldi, o Piscator perfino, ma come italianizzato alla fiamma della verve di Petrolini...
Diversa la squadra dei molti interpreti per ogni spettacolo, in una giocosa girandola di voci e volti di ogni età e (s)formazione, poiché la compagnia, necèssita, di virtù (e quanta!) e si compone e scompone quindi di continuo, in un kolossal-dilett-avanspett-corrid-variet-animazvillagvacanz, l’ambiziosissima Gesamtkunstwerk (!) del marziano poetinomelodettoreietto e solitario.
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