Ideazione, composizione, arrangiamenti, testi, movimenti coreografici, regia: marte costa ©2013 

Do! (un fine, o fine, alla mia vita)

Ben 10 ponderate ottimiste proposte – al gerundio, modo della continuità! –, per non suicidarsi. Con altrettanti 10 stacchetti-canzonetteciliegina originali [in DO... un po' maggiore e un po' minore]

Siamo sette miliardi. Appestiamo, inquiniamo, dilapidiamo ogni risorsa naturale, devastiamo tutto quel che ci circonda: qual è il nostro fine? Che ci stiamo a fare? Noi smettiamo di porci questa basilare elementare domanda, di solito passata l’adolescenza. Non perché si sia trovata una qualche minima risposta: per mero quieto vivere. Ammesso e non concesso si riesca a sopravvivere alla Grande Crisi – che lapalissianissimamente questa volta non è tale, bensì la fisiologica conclusione di un sistema malato in partenza – poi che si fa? Perché se non si ha niente da fare, tanto vale Essa ci stermini, noi occidentali decadenti per primi… [La presentazione parte un po’ severa, ma poi il monologhetto non è così pessimista…].

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«Il teatro non serve a niente. Lo sappiamo, ci viene ripetuto e fatto capire, a tagli e frattagli. Potrei dire mi piaccia proprio per questo. E in effetti quando ci vado io, di solito non capisco quasi nulla di dove si voglia andare a parare. Del resto l’autore mi ripete, mantrico, già dall’inizio, e ogni qualvolta venga interpellato: io non do risposte, faccio solo domande. Allora, datosi che nessuno mi suggerisce nulla, questa volta ho tentato di scrivere una cosina semplice semplice pratica pratica spicciola spicciola (…ché per il mio ultimo «Sillabario del Gentiluomo» son stato rimproverato di troppo estetizzante-pindarico-aulico-complesso… per menzionare quelli più lusinghieri!): i principali scopi che tentiamo di prefiggerci, in dieci sintetici punti con cui ciascuno possa vagliare la propria piccola esistenza o il suo grande progetto di vita. E se non ce l’ha, scegliersene uno, sperando di giungere al fine». [aprile 2013]