marte costa

 

 

 

<...Era entrato nel mondo delle sue allucinazioni, dal quale non è più uscito finché l’ho avuto sotto gli occhi, mantenendosi sempre lucido riguardo a me e in genere alle altre persone, totalmente ottenebrato riguardo a se stesso. Vale a dire che, stando al pianoforte, dove cantava a gola spiegata in preda alla frenesia ed esaltandosi sempre più, prorompeva in squarci di quel mondo di idee in cui era vissuto negli ultimi tempi, lasciando intendere nel contempo, con brevi frasi pronunciate in un tono smorzato indescrivibile, cose sublimi, di mirabile chiaroveggenza e di indicibile orrore, su se stesso come successore del dio morto, accompagnandole con una sorta di interpunzione al pianoforte, al che seguivano nuovamente convulsioni e accessi di una indicibile sofferenza; [...] prevalevano le dichiarazioni relative alla missione che si attribuisce, quella di essere il pagliaccio delle nuove eternità, e lui, l’incomparabile maestro dell’ espressione, non era in grado di rendere nemmeno le estasi della sua gaiezza se non con le espressioni più triviali, ovvero scurrilmente ballando e spiccando balzi>. 

(Janz, op. cit. Vol. III, pp. 34-35)

 

Come si diventa

ciò che si è

(Nietzsche a Torino)

 

Sono molti anni, avendo scelto la mia abitazione proprio come dirimpettaio postumo, di Nietzsche durante il suo soggiorno torinese, che spero nel passaggio in piazza Carlo Alberto di un cavallo sufficientemente bello da potersi baciare (o un cavallo tout  court!) per giustificare i miei eccessi... (marte costa 2006 op. cit.)  FOTO

 

A partire dall’aprile del 1888, Nietzsche si trasferisce a Torino, dove elabora molti dei suoi scritti più significativi (tra cui il Crepuscolo degli Idoli ovvero come si filosofa col martello, conclude la stesura de L’Anticristo, e le poesie, i Ditirambi di Dioniso). L’intensità del momento è sottolineata infine dall’uscita di Ecce homo. Come si diventa ciò che si è: alcuni passi salienti ed aforismi del sommo trasposti  in musica della parola e parole per la musica (ma in fondo semplicemente riletti con l’intrinseca loro), e guizzi e frizzi e lazzi e cotillon.

 

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