Si dice tutte le storie siano riconducibili a due sole: l’Iliade e l’Odissea. Nella prima si svolgono prevalentemente rapporti tra personaggi, nella seconda, sviluppo di accadimenti. Spesso abbiamo costruito i nostri spettacoli su grandi classici, proprio per poter parlare… d’altro, ed altrove! Il nostro viaggio attraverso quello omerico intesserà appunto accadimenti di luoghi e tempi diversi, connettendo figure e simboli ormai intrinseche al nostro immaginario, con quelle del mondo che oggi noi viviamo, e che in qualche modo ne è l’ultimo sviluppo (e talvolta, ahinoi, inviluppo!). Recuperando quindi la grande forza del mito, del sacro che promana dall’intelletto e viceversa, dell’ancestrale, del simbolico, ma senza mai perdere però la vitale energia dell’umoristico, del paradosso, dell’avvertimento del contrario, in una ambiziosa coincidenza di (forse solo presunti) opposti.
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